In questo momento la Striscia di Gaza sta attraversando la crisi umanitaria più grave e urgente dai tempi della Nakba, la grande Catastrofe del 1948, che vide l’esodo di circa 700mila palestinesi. Più di tre mesi di assedio hanno causato la morte di più di 25mila civili e lo sfollamento interno di oltre 1 milione di persone. La popolazione locale, composta per più di metà da bambin* e minori, sta soffrendo in modo inimmaginabile.
La situazione è critica e in continuo peggioramento, con l’abbattimento di interi quartieri, la distruzione di ospedali e infrastrutture, gli spari sui civili in fuga e l’avanzata dei carri armati verso il sud della Striscia di Gaza.
IL CONTESTO
Nell’ultimo periodo Gaza è stata travolta dall’ennesima ondata di violenza, di gran lunga la più feroce e spietata tra quelle degli ultimi decenni. Migliaia di razzi e bombe sono stati sparati su un territorio di 365 kmq con una densità di popolazione fra le più alte al mondo, con l’aggravante dell’utilizzo di fosforo bianco, vietato in guerra a livello internazionale a causa delle terribili ferite che il suo rilascio causa a contatto con la pelle e dell’alto livello di tossicità.
In più di tre mesi si contano le morti di oltre 25mila civili, fra cui giornalisti, paramedici, medici, infermieri e bambini, e sono più di 70mila le persone ferite. Centinaia di migliaia di persone sono state costrette a fuggire dalle loro case diventando sfollat all’interno del loro stesso paese, vagando per le strade senza un luogo sicuro in cui rifugiarsi dai continui bombardamenti e dall’avanzata dei carri armati.
Le infrastrutture chiave, come ospedali e scuole, sono state gravemente danneggiate, compromettendo ulteriormente la già insufficiente capacità di Gaza di rispondere a questa crisi e fronteggiare l’emergenza umanitaria provocata dal conflitto. A tutto questo si aggiunge l’evidente volontà di Israele di isolare la popolazione gazawa dal resto del mondo: da una parte abbiamo l’isolamento fisico, la sospensione delle linee elettriche e idrauliche e le minacce all’Egitto perché mantenga chiuso il confine e impedisca l’ingresso di aiuti umanitari, dall’altra parte quello delle comunicazioni con l’esterno tramite l’abbattimento dei ripetitori di internet.
La Striscia di Gaza vive una condizione di assedio da sedici anni, chiusa da muri e recinzioni ai propri confini, con la flotta israeliana che controlla il mare e una presenza costante di droni nel cielo. Ora si ritrova in un’escalation di violenza senza precedenti, senza i mezzi necessari a sopravvivere al suo interno, con città che non esistono più, ospedali distrutti che non riescono ad accogliere l* ferit*, mancanza di medicinali e intere famiglie terrorizzate in cerca di un rifugio.
L’INTERVENTO
In questa situazione, come APS Lupo Rosso, APS Scighera, Associazione Culturale Liguria Palestina, AssoPace Palestina, CS CasaLoca, CSA Baraonda, Collettivo Kasciavìt, LSOA Buridda, Progetto REC – Ricerca e Cultura in Palestina e Ya Basta!Milano abbiamo deciso di aprire questa raccolta fondi in collaborazione con l’ONG ACS – Associazione di Cooperazione e Solidarietà e il Centro Italiano di Scambio Culturale VIK di Gaza City per portare aiuto alla popolazione della Striscia di Gaza.
ACS è una ONG laica e senza fini di lucro che da oltre 20 anni si impegna attivamente nelle zone critiche del Sud del Mondo con progetti di emergenza e sviluppo sostenibile, adottando un approccio decolonizzante di cooperazione partecipata e lavorando fianco a fianco con le istituzioni locali.
Il Centro Italiano di Scambio Culturale – VIK ha sede ed opera all’interno della Striscia di Gaza dal 2012.
Attraverso la collaborazione con varie associazioni ed istituzioni locali porta avanti progetti di emergenza umanitaria e scambio interculturale che vedono la partecipazione di centinaia di volontar* italian* e gazaw* e trovano il loro fondamento nella creazione di ambiti di collaborazione, formazione e scambio.
Negli anni l’intervento del Centro VIK si è concentrato su differenti ambiti: dalla costruzione di isole ecologiche e del Green Hopes Gaza (un’area polifunzionale dedicata alla comunità del Nord della Striscia contenente uno skatepark, un campo da calcio, sedi di diverse associazioni locali ed un’area circo), alla formazione sui nuovi media in collaborazione con professionisti italiani ai corsi di italiano, dagli scambi culinari ai progetti di teatro multiculturale, dai diritti delle donne al supporto psicologico per minori.
Grazie all’attività di coordinazione di questi due enti ed alla loro esperienza nella cooperazione sociale e solidale nel territorio di Gaza, stiamo portando avanti diversi progetti in sostegno alla popolazione:
CLINICHE MOBILI
Stiamo sostenendo e finanziando un progetto di cliniche da campo nelle zone di Al-Bassa, Al-Zawayda, a Deir Al Balah, e Al-Qarara per intervenire in quelle zone in cui gli ospedali, duramente colpiti dagli attacchi militari, non riescono più a sopperire all’ingente numero di feriti. All’interno delle cliniche si portano avanti consulti medici per casi acuti, cronici e emergenze, oltre che corsi di educazione sanitaria.
CUCINA POPOLARE – RAFAH
La ONG ACS e il Centro Italiano di Scambio Culturale VIK di Gaza City, supportate dalle nostre donazioni e da quelle di SOS GAZA, hanno aperto una cucina popolare nella zona di Rafah.
4 cuochi e 10 volontariə, con le attrezzature fornite da World Central Kitchen, sono impegnatə quotidianamente nella preparazione, impacchettamento e distribuzione di circa 2500/3000 pasti caldi al giorno alle famiglie sfollate nella zona di Al-Mawasi, Rafah.
SUPPORTO PSICO-EMOTIVO PER MINORI
Il progetto è nato all’interno del campo profughi di Nuseirat e si struttura intorno ad attività di gioco comunitario e distensive e laboratori artistici. Tali attività si svolgono all’interno delle scuole UNRWA di Nuseirat, adibite a rifugi per le famiglie sfollate.
DISTRIBUZIONI ALIMENTARI
Il progetto ha visto, in un primo momento, la coordinazione di distribuzioni nelle tre principali città del centro e del sud di Gaza: Deir Al Balah, Khan Younis e Rafah. A seguito degli intensi bombardamenti su Deir Al Balah e Khan Younis, e il conseguente grande esodo verso Rafah (che ha coinvolto anche l* nostr* collaborator*), abbiamo strutturato il progetto concentrandoci su Rafah, nello specifico sulla zona di Al Mawasi.
CREAZIONE E DISTRIBUZIONE INDUMENTI CALDI
Il progetto ha sede all’interno del campo profughi di Nuseirat, e ha come beneficiari prioritari donne e anziani
SUPPORTO PSICOLOGICO ICSPR
Stiamo sostenendo International Commission to Support Palestinian Rights finanziando percorsi di supporto psicologico per bambin* e per gli operatori dell’associazione che quotidianamente documentano e registrano le violazioni ai diritti umani che si stanno commettendo nella Striscia di Gaza.